lunedì 2 maggio 2011

Janas

Se di notte, mentre dormite, vi sentite chiamare tre volte, non vi allarmate sono le janas che vi hanno scelto.
Vi porteranno a vedere i tesori che custodiscono e se sarete onesti e non tenterete di rubare, sarete per sempre ricompensati, altrimenti tutto quello che toccherete si trasformerà in cenere e carbone.
Le janas sono un piccolo popolo.
Sono minute, alte poco più o poco meno di un palmo.
Vestono di rosso vivo, hanno il capo coperto da un variopinto fazzoletto, ricamato con fili d'oro e d'argento e portano pesanti collane d'oro lavorato.
Dicono che siano molto belle ed il loro corpo sia evanescente, luminoso, a volte tanto luminoso da abbagliare.
Chi le ha viste da vicino giura che la loro pelle e delicatissima e che hanno lunghissime unghie capaci di scavare la roccia.
Di giorno non escono mai poichè il sole, per quanto pallido, le scotterebbe facendole morire.
Qualcuno le chiama fate, qualcuno streghe, ma sono entrambe le cose, dipende solo da noi: se le capiamo sono fate, se le cacciamo sono streghe.
Abitano in piccole grotte sui costoni delle alture sarde; le case delle fate sono conosciute come domus de janas.
Dentro ogni cosa e a misura di jana: il mobilio, i suppellettili, tutto.
Se vi capita di girovagare per le strade sarde guardatevi attorno, ogni collina può nascondere una o più di queste dimore incantate, magari dietro un arbusto o sotto un masso appena scostato, cercate con calma e senza pregiudizi e le troverete.
La loro vita la trascorrono in gran parte a filare il lino, a tessere, ovviamente su telai d'oro e a cucire stoffe preziose che trapuntano con fili d'oro e d'argento.
Di notte, quando è luna piena, stendono i panni sui prati ad asciugare.
A Cabras, quando c'era la luna piena, scendevano dalle montagne a chiedere il lievito per fare il pane. Era l'unico modo per far lievitare il loro pane perchè si dice che il lievito che vede la luna, e quello delle janas lo vedeva, non puo lievitare.
La notte scendono nelle case degli uomini, si accostano alle culle e a volte cambiano l'intensità della loro luce.
In tal modo stabiliscono il destino del bambino.
Nessuno sa come decidano se un bambino sarà fortunato o meno, ma è certo che lo facciano.
Le janas sono cattive con chi le vuole truffare.
A Monte Mannai, vicino
Macomer, una jana ballava felice con gli uomini, ballava su ballu tundu (il ballo Tondo) al suono delle launeddas.
Passava di ballerino in ballerino, sempre più velocemente finchè non sentì la voce delle sue compagne cantare:

sos buttones ti chirca. (I bottoni cerca)
Chircadì sos buttones. (Cercati i bottoni)

Tutto si fermò, la jana si guardò il corpetto e vide che le avevano rubato i preziosi bottoni di filigrana.
Da quel giorno non si videro più fate in quella zona.
Andarono via offese e amareggiate dall'avidità e dalla malizia degli uomini.
Oggi le janas non bisogna disturbarle.
Sono diventate sempre piu schive e dovete aspettare che siano loro a cercarvi.

Fate finta di dormire e ad occhi socchiusi le vedrete volteggiare sopra di voi.

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