domenica 3 luglio 2011

Giada...

GIADA

Secondo la tradizione, alla giada si riconoscono proprietà calmanti, rasserenanti e lenitive degli stati d'animo turbati. Come tutte le pietre verdi e rosa, è legata al 4º chakra, quello del cuore.

La giada viene definita la pietra dei medici in quanto aiuterebbe a calmare il cuore e a trovare la giusta compassione per prendere le giuste decisioni.

Astralmente viene legata a Venere e quindi al toro e alla bilancia.

Nei tempi antichi in Cina si credeva che la giada fosse una pietra magica, in grado di donare all’uomo l’Immortalità. I Cinesi cominciarono a fare uso di questa pietra sin dal Neolitico, raffinando sempre più le tecniche di lavorazione, a tal punto che i primi tre, quattromila anni di storia cinese sono ricordati come "era della giada".

La cosa più straordinaria è che la giada è uno dei materiali più duri in natura, e nonostante ciò, da più di cinquemila anni l’uomo è riuscito a lavorarla, trasformandola da un semplice ciottolo di fiume ad una raffinatissima opera d’arte. Si conoscono le tecniche di ‘intaglio’ a partire dall’epoca Han (più o meno l’era di Cristo), ma nulla si sa di come realizzassero tali opere già tremila anni prima.

La cultura della giada ha fortemente influenzato la storia cinese dai suoi primordi fino ai giorni nostri. Già nelle tombe del periodo Neolitico, scoperte negli ultimi venticinque anni, sono stati ritrovati numerosi oggetti di giada. Lo stesso imperatore Qin Shihuangdi, che unificò la Cina e costruì il primo pezzo della Grande Muraglia, quando morì fu vestito di un abito fatto di migliaia di scaglie di giada unite tra di loro da un filo d’oro, affinché il suo corpo si potesse conservare per l’eternità.

Anche ai giorni nostri in Cina gli oggetti di giada sono molto apprezzati, e in molti amano portarne addosso, magari sottoforma di monile appeso al collo o al polso. La giada può essere paragonabile ad un brillante per il mondo occidentale, con la differenza che mentre il brillante è indice di bellezza e di un valore pecuniario, un gioiello di giada, oltre a queste due qualità, è simbolo di diverse virtù, ognuna legata ad una qualità della pietra: la brillantezza rappresenta la carità, la sonorità rappresenta la saggezza, la traslucenza rappresenta la franchezza. La giada si spezza, ma non si piega: denota il coraggio, e ha i bordi acuti ma non ferisce: rappresenta l’equità.Grazie alla sua bellezza, ai poteri magici e terapeutici che le si attribuiscono ed alla difficoltà di lavorazione, in Cina e nel mondo la giada è ancora oggi apprezzata e stimata come il diamante.

Con la parola "giada" si fa riferimento a due pietre distinte, la nefrite e la giadeite. Entrambe sono pietre dure dalle caratteristiche molto simili, ma non identiche. La nefrite, dalla struttura densa e fibrosa, si può trovare in una varietà di colori che vanno dal bianco al nero passando per diverse tonalità di verde. La superficie non è brillante e anche se viene lucidata rimane piuttosto cerosa. La nefrite può essere considerata la "giada storica", dato che la sua lavorazione risale alla dinastia Xia, alla fine del periodo Neolitico. Queste pietre venivano raccolte dapprima in Cina, nella regione dello Xinjiang, e successivamente importate dall’Asia centro-orientale, attorno alla catena montuosa dell’Himalaya.

Verso la metà del Settecento i Cinesi, spinti dall’insaziabile fame per questa "pietra immortale" iniziarono ad importare dalla Birmania la giadeite, leggermente più dura (circa 7,0 della scala Mohs, rispetto al 6,5 della nefrite), e dalle caratteristiche ancora più peculiari: oltre ad essere più dura ha una gamma di colori più luminosi e se lucidata, riluce a tal punto che quella verde è considerata una gemma tra le più preziose.
Entrambe le pietre hanno anche proprietà tattili molto particolari: la prima sensazione è di freddo, ma a contatto con il calore del corpo restituisce una piacevole sensazione di calore e al tocco sembra seta. Altra caratteristica è che se colpita da un oggetto duro produce un suono particolare, molto piacevole. In antichità infatti venivano realizzate lastre di giada da usare come campane.

giadeite

Nelle foto: nefrite

Sebbene la nefrite sia considerata la "giada storica", dato che tutti gli oggetti dal Neolitico al ’700 sono fatti di quel materiale, oggi i manufatti di giadeite raggiungono valutazioni di gran lunga superiori.
Recentemente sono entrate in commercio numerosissime riproduzioni, realizzate in serie utilizzando materiali surrogati come il quarzo o la serpentina, che poco hanno a che fare con la vera giada, ma che vengono spacciate per originali.

nefriteCome tutte le riproduzioni fatte in Cina, ve ne sono alcune realizzate ad opera d’arte che è molto difficile riconoscere, tuttavia esistono alcune caratteristiche che possono aiutare a distinguere il vero dal falso. Anzitutto il peso specifico e la durezza sono peculiari, e confrontando un oggetto con un campione di vera giada salteranno subito all’occhio le differenze.
In secondo luogo, bisogna sempre ricordare che in antichità la giada veniva lavorata esclusivamente utilizzando pietre abrasive fatte scorrere sulla superficie versando contemporaneamente una miscela di acqua e sabbia e non era possibile inciderla. Oggi invece, con le moderne tecnologie, la lavorazione ad intaglio risulta più veloce ed economica, per cui se osservando una giada, si ha la sensazione che questa sia stata incisa o intagliata, con tutta probabilità sarà un manufatto recente.

Anche se le più apprezzate sono quelle monocolore, molte giade antiche presentano delle macchie sulla superficie. Le macchie rosse sono il risultato della corrosione da parte della ferrite, abbondante nelle acque dei fiumi himalayani, le macchie gialle indicano invece che la giada è stata a lungo (almeno mille anni), all’interno di una tomba, tanto che i gas prodotti dalla decomposizione ne hanno intaccato il colore. Le moderne riproduzioni presentano spesso queste macchie, che vengono realizzate artificialmente per dar prova di antichità, ma come spesso succede per i falsi in Cina, questi particolari vengono riprodotti in modo esagerato. Quindi se queste macchie appaiono troppo gialle o troppo rosse, con i bordi troppo netti o comunque la ‘patina’ sembra artificiosa, quasi sicuramente avremo a che fare con un falso.
Un altro modo per distinguere la vera giada da un surrogato è percuoterla con qualsiasi oggetto metallico. Il tipico suono restituito della giada non è riproducibile con altri materiali.

Se riconoscere la giada dai materiali surrogati è piuttosto facile proprio grazie alle particolari caratteristiche di questa, riconoscere le riproduzioni realizzate in nefrite o giadeite è tutta un’altra questione. C’è da dire che i Cinesi hanno un concetto molto diverso dell’antico rispetto a noi: una copia perfetta di una grande opera d’arte è considerata alla stessa stregua dell’originale. La Rivoluzione Culturale operata da Mao Tze Tung ed il fatto che l’impero in Cina è finito meno di un secolo fa, hanno dato come risultato una diversa percezione dell’antico rispetto alla nostra.
Questa considerazione non riguarda però le giade: riprodurle donando loro la stessa qualità di quelle antiche costerebbe uno sforzo eccessivo, sia in termini di tempo che di denaro, per qualsiasi artista o artigiano, quindi parlare di riproduzioni in vera giada, significa riferirsi a prodotti realizzati in serie, con l’utilizzo delle moderne tecnologie e con ben poche attenzioni al risultato artistico finale.
Ciò premesso risulta chiaro che, come per qualsiasi opera d’arte, è necessario valutare la maestria e l’accurata esecuzione del lavoro, e percepire l’armonia ed il genio artistico che difficilmente possono essere replicati in oggetti prodotti in serie che risultano invece "privi d’anima".

I collezionisti e gli esperti valutano le giade anche in base allo stile ed alla lavorazione. I manufatti rituali del Neolitico o della dinastia Han sono molto diversi dai deliziosi oggetti del periodo Ming, e così via. Spesso, queste differenze non sono note a chi realizza le riproduzioni, e di conseguenza non saranno in grado di rispettare appieno i dettami stilistici dell’epoca di riferimento. Queste valutazioni non sono accessibili ai neofiti, ma spesso le incongruenze sono molto più evidenti di quanto si possa immaginare.

Anche se l’esperienza può aiutare, a mio avviso basta un po’ di gusto per il bello e spirito critico, e un’attenta osservazione, per riconoscere una bella giada, sia essa nefrite neolitica o un gioiello in giadeite del ’700, e distinguerla dalla batteria che viene proposta nei negozi di antiquariato sparsi in tutto l’Oriente (in particolare a Hong Kong o nelle grandi città cinesi, almeno per quanto ne sappia io).
Quindi attenzione: se vi capita di entrare in uno di quei negozietti per turisti colmi di cineserie NON fatevi ingannare quando vi dicono: "Real Jade Sir!" nel 99,99% dei casi è un falso. La giada costa un bel po’ di soldi, e si acquista solo da collezionisti ed antiquari di livello. Ma se vi capiterà di acquistare o farvi regalare un oggetto in giada, sono sicuro che non saprete resistere al fascino esotico della pietra dei diecimila anni.

FONTE
http://blog.thaisoriente.com/2008/06/giada-la-pietra-dei-diecimila-anni/
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Origine della Giada
Mistero della giada

Poche pietre preziose sono così ricche di leggende, di tradizioni magiche ed emanano una forte sensazione di mistero eterno. La giada evoca la finezza impenetrabile con la sua aura di antichità e opulenza. Per molti popoli, giada e verde sono sinonimi; Per altri, la giada rievoca immediatamente quel passato favoloso della misteriosa Cina imperiale.
Proprietà della giada
Pietra dura

La giada possiede proprietà molto resistenti. In epoca preistorica era impiegata nella costruzione di armi rudimentali. Introdotta più tardi nel culto degli dei, la giada fu scolpita in forme sacre. Furono gli Spagnoli a battezzare questa pietra “piedra de ijada” quando conquistarono le Americhe.
Pietra curativa

Dall’antichità la giada è nota per le sue virtù curative in America del Sud, America Centrale e fra gli indiani precolombiani.
Simbolico della giada

Per migliaia di anni, la giada fu il simbolo dell’amore, di virtù e allo stesso tempo era un segno esterno dello stato sociale. Da sempre, è stato il simbolo delle dinastie imperiali per eccellenza. La giada giada è la pietra prediletta dai Cinesi, ne portano sempre una nelle trattative (poiché favorisce l’onestà e la giustizia). Era anche usata dai guaritori tradizionali per le sue alte virtù. Oggi, solo la Cina lavora ancora la giada con un talento riconosciuto.

Se siete curiosi e desiderate saperne di più sulla giada, vi consigliamo di consultare la nostra pagina dedicata alla storia sulla giada
Tradizioni della giada
Contatto della giada
Qualità rilassanti della giada

Il contatto con la giada permette di distendersi e rilassarsi. Il fatto di portarla a contatto con la pelle le permette di dare sollievo ai reni e di rinforzare l’energia del cuore. Posta sotto un cuscino procura un sonno profondo e gradevole.
Qualità estetiche e psicologiche della giada

Le collane e i braccialetti di giada mettono in risalto la bellezza, permettendo di prendere coscienza delle proprie qualità fisiche e accrescendo la finezza dei sensi. Gli orecchini di giada sono noti per essere favorevoli nell’apprezzare la musica… quindi allo sviluppo delle qualità artistiche in questo dominio. Le targhe di giada, poste sul ventre favoriscono il parto.
Qualità morale della giada

La pietra di giada ha la facoltà di ponderare i giudizi sugli altri e di alzare il proprio livello di conoscenza. È l’incarnazione terrestre del principio cosmico maschile (Yang). Aumenta la longevità della vita e favorisce la resurrezione.
Composizione della giada

La giada, in cinese ”Yu”, è un silicato di sodio e alluminio della famiglia dei pirosseni che si presenta sottoforma di una pietra dura e traslucida, con una maglia molto fine, liscia ed estremamente stretta. I suoi toni variano dal bianco crema, al verde oliva scuro a seconda delle proporzioni di ossido di ferro e ossido di cromo nella sua composizione. Può anche presentare un color ambra o rossastro andando fino al marrone.

FONTE
http://www.gemperles.it/giada-giadeite.html
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CRISTALLOTERAPIA

Ritenuta, dagli antichi, un potente portafortuna, la Giada è utile ad equilibrare gli animi ed a disintossicare i reni e tutto l'organismo.

La giada è stata considerata per millenni, soprattutto in oriente, un potente portafortuna che assicurava lunga vita ed una morte serena. Gli antichi le attribuivano enormi proprietà curative (è infatti considerata la pietra della fortuna, della ricchezza, della longevità e della salute) e la usavano anche per infondere coraggio, saggezza, giustizia e misericordia.

Sul 2° chakra sviluppa il senso pratico ed aiuta a prendere decisioni rapide e precise, dona coscienza, favorisce le relazioni, rafforza l’amore e la fedeltà, la pace e l’ armonia. Aiuta il funzionamento e la disintossicazione dei reni, del sangue, del fegato (3°) e della milza (3°).
Sul 4° chakra cura i polmoni, il cuore, la ghiandola del timo e potenzia il sistema immunitario.
Sul 5° chakra influenza la tiroide ed il sistema nervoso.
Ha buona entrata anche attraverso i vortici delle mani perciò è anche utile portare dei braccialetti di giada.
Induce l’individuo a realizzare se stesso potenziandone la saggezza interiore. Contrasta l’inerzia con l’attività e l’ eccitabilità con la calma. Stimola la produzione di idee e dinamismo e rafforza la capacità di prendere decisioni.

FONTE
http://www.lepietredellefate.it/index.php?id_selezionata=2304

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