martedì 28 giugno 2011

preghiere alla dea luna


Grande Dea Madre Luna
Regina della Notte,
che brilli nel cielo,
proteggi questo tuo seguace terreno..

..Buonanotte dolci sognatori..
Lady Shadow

Questa è una preghiera alla Dea Madre Luna che potrete recitare la notte prima di andare a dormire. 
Naturalmente potrete utilizzarla quando volete ad esempio, prima di uscire, prima di fare un colloquio di lavoro ecc.

Luna Nuova ..

Luna Nuova

( Dalle tribù delle foreste Orientali )


La luna Nuova, una canoa, una piccola canoa d'argento,

naviga e naviga fra gli Indiani dell'Ovest.

Un cerchio di volpi argentate, una nebbia di volpi argentate

stanno e stanno intorno alla luna Indiana.

Una stella gialla per un corridore, e liti di stelle

azzurre per molti corridori, mantengono una linea
di sentinelle.

O volpi, luna nuova, corridori, voi siete la sella

della memoria, bianco fuoco che scrive
questa notte i sogni dell'Uomo Rosso.

Chi siede, con le gambe incrociate e le braccia piegate,

guardando la luna e i volti delle stelle dell'Ovest?

Chi sono i fantasmi della valle del Mississippi,

con le fronti di rame, che cavalcano robusti pony nella
notte?
senza briglie, le braccia sui colli dei pony,
cavalcando nella notte, un lungo, antico sentiero?

Perché essi ritornano sempre quando,

quando le volpi argentate siedono intorno alla luna nuova,
un bimbo d'argento, nell'Occidente Indiano?

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Sa Strega e Is Funtanasa ...

  
Quando venivano ancora utilizzate le cisterne nelle abitazioni del centro storico, capitava spesso che i bambini curiosi, forse per vedere cosa c'era all'interno, si avvicinavano negli imbocchi. I genitori, nel tentativo di scoraggiarli affinché non si sporgessero pericolosamente, raccontavano tante storie che avevano un protagonista comune noto come "Sa Strega e is Funtanasa". Quest'essere era una sorta di strega malvagia che dimorando nella cavità, aveva il compito di mangiare rapidamente i piccini che osavano guardare, anche se per un istante, l'acqua contenuta all'interno. Contrariamente alle vecchie credenze cittadine che spesso reputavano queste interessanti cavità come "posti infernali", tali storie vengono sfatate anche da un particolare assai curioso che tra breve illustrerò. Nel pozzo d'accesso alle cisterne veniva appeso un "brutto" pupazzo, tutto vestito di nero. Tale pupazzo, rappresentando un essere malvagio, forse la strega dei racconti, spaventava i bambini evitando loro il rischio di cadere dentro le profonde cavità. Spesso, nell'imbocco di qualche cisterna o nelle vicinanze, a distanza di tanti anni dal loro abbandono come contenitori idrici, è ancora presente il pupazzo che viene utilizzato come oggetto ornamentale. Probabilmente accadeva che qualche persona, nel raccontare quel che aveva osservato oppure quel che aveva sentito dire sui serbatoi sotterranei, veniva fraintesa da altre, creando di conseguenza una serie di storie che venivano tramandate in città in modi differenti ma ugualmente interessanti.

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Villacidro - Il paese delle streghe...

A Villacidro (grosso centro della provinc.ia di Cagliari) lo giuravano tutti: IS COGAS, le streghe, avevano la coda che tenevano ben nascosta agli sguardi della gente. Naturalmente nessuno poteva esserne certo, visto che indossavano gonne lunghe fino ai piedi.
Erano esseri malefici che avevano il potere di trasformarsi in animali e persino in oggetti.
Quando dovevano entrare in una casa si tramutavano in mosche, ma potevano mutarsi in qualche gatto e passeggiare per i tetti la sera in cerca di qualche finestra aperta.

Sull'argomento, da tempo immemorabile un po' in tutta la Sardegna si è sbizzarrita la fantasia popolare.
I racconti sulle streghe, anzi meglio IS COGAS, così qui si chiamano, erano quelli preferiti dalle nonne per ammaliare i bimbi più vivaci e trattenerli durante le lunghe serate estive o i dopocena invernali davanti al focolare. Per essere più credibli facevano riferimento a zia Amalia, a zia Maria o a qualunque donnetta che avesse qualcosa fuori dall'ordinario, le quali si trasformavano ora in gatto, ora in mosca, ora in altro essere malefico. Cosa avessero di vero quei racconti, poco si sa. Di certo venivano subito appresi dagli attenti fanciulli, e le streghe vagavano per fare malefici da generazione in generazione, da paese in paese e spaventavano i bimbi e incutevano timore negli adulti, soprattutto quando accadeva una morte di un bimbo, di una puerpera o qualunque fatto inspiegabile.

Pare che la presenza di san Sisinnio, il santo protettore contro il diavolo e le streghe, a Villacidro avesse eliminato le streghe doc, quelle, per intenderci, che avevano la coda e che si trasformavano con facilità in mosche o serpenti.
Le altre rimaste, più che cogas erano donnette che si arrabattavano con i BREBUS (preghiere contro i mali), per guarire la gente, anche se potevano fare le fatture.

CANTO DELLA SERA PER LA DEA

CANTO DELLA SERA PER LA DEA


Salute, splendida Luna,

Signora della notte;

La tua energia mi proteggerà

Finché la luce non tornerà.

(da recitare mentre si osserva la Luna di sera)

domenica 26 giugno 2011

3 MERCATINO..

Ringrazio tutte le mie fans anche stavolta che mi danno energia e sogni per le nuove creazioni.

ecco qui alcune fotine...

 Scende la Notte..e il piccolo popolo si aggira tra di noi...shhh...ci vuole silenzio per ascoltare i loro respiri...

venerdì 24 giugno 2011

preghiere alla dea

Oggi la mia giornata è passata lentamente,il tempo sembrava proprio non scoresse..il ticchettio dell' orologio segnava delle ore vuote che passavo in silenzio...oggì ho meditato tanto ho pensato alle mie speranze e al mio futuro...che..ahimè corre velocemente..
vi lascio con questa preghiera e augurandovi una serena vita!!



INVOCAZIONE ALLA DEA Madre

O Signora delle falci di Luna dei cieli stellati
O Signora dei fiori dei fertili prati
O Signora delle maree dei lamenti dell'oceano,
Benedetta Signora della pioggia gentile;
Ascolta il mio canto qui fra gli obelischi,
Aprimi alla tua luce mistica;
Risvegliami con i tuoi toni argentati,
Stai con me nel mio rito sacro

La festa delle Fate

Il 24 giugno è la festa ufficiale delle fate , per tutti gli amatori, collezionisti e per tutti coloro che credono alle fate e agli elfi e che nel profondo del loro cuore vogliono restare sempre giovani. Questo giorno viene festeggiato in lungo e in largo dalle persone che si occupano delle fate e che hanno a che fare con questo mondo!
 

Festeggia anche tu quest'occasione speciale e occupati in particolare in questa giornata di queste splendide creature magiche, che con il loro potere compiono continuamente incantesimi per starti vicino e accompagnarti nel percorso della tua vita. Questa festa viene celebrata una volta all'anno. Sull'intera faccia della terra le persone dovrebbero, specialmente in questa giornata, gioire e prendersi il tempo di vivere questa magia in maniera più profonda. In questa giornata speciale bisognerebbe festeggiare soprattutto con i bambini, per far sentire loro la magia che li circonda. Con occhi brillanti e con curiosità, tutti i bimbi dovrebbero vivere l'incanto di questo giorno straordinario.

Questo particolare giorno è anche un'occasione ed un evento felice per tutti gli adulti che credono a questi poteri e misteri antichissimi, per chi non esclude questo mondo fatato dal loro cuore!

Segna questo evento caratteristico sul tuo calendario e vivi la magia!

Come puoi festeggiare questo giorno e sostenere questo evento?
Per cominciare cerca di riviverti nella tua giovinezza, quando tutto era possibile e la tua immaginazione non aveva confini. Guardati intorno e osserva ogni piccola cosa che ti circonda... Va in mezzo alla natura, balla sotto le stelle, scruta la vita che ti sta intorno!
Se ad un amante delle fate, un collezionista o ad un semplice amico regali un piccolo pensiero magico, riconoscerai la vera energia che sorge in questo giorno.
 
Racconta ai tuoi amici di questo avvenimento speciale, chiama le persone che ti stanno a cuore e organizza una festa in nome delle fate!

LA MAGIA È SEMPRE INTORNO A TE!!
 

giovedì 23 giugno 2011

..Le fate dei fiori...

Le fate dei fiori si dedicano dunque interamente al mondo vegetale, a tutte le specie di erbe, piante, fiori - che rivitalizzano costantemente grazie alla loro energia eterica e spirituale. Esse aiutano a trasmutare gli elementi chimici e catalizzano l'energia dell'atmosfera, affinché i fiori possano assimilarla.

la fata della rosa è graziosa, fragile e aureolata di una dolce luce: si può invocare per realizzare i desideri d'amore e gli affetti.

La fata del ciclamino è di carattere dolce e riservato e può essere chiamata per propiziare benessere, energia, meditazione, sicurezza.

La fata della margherita è invece solare, cordiale e amabile: dona amore, vitalità, gioia di vivere; a differenza di quella del giglio, altera e taciturna, alla quale tuttavia si può chiedere sostegno nello studio, nella carriera, nel lavoro, nella volontà.


La fata del tulipano è vanitosa e poco socievole, ma può essere utile per i più ambiziosi.

La fata dell'orchidea, bellissima, sensibile e poetica, propizia il talento e la riuscita di artisti, scrittori, poeti.

Romantica e svolazzante, ma non frivola, è la fata del papavero, che protegge la casa e le persone.

Nobile e generosa, quella del geranio che difende dall'invidia.

Orgogliosa, passionale, volitiva e selvaggia è la fata della lavanda che allontana gli spiriti maligni e protegge da streghe e sortilegi.


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Sogni di.... Lady Shadow: Collana Butterfly green

Sogni di.... Lady Shadow: Collana Butterfly green

mercoledì 22 giugno 2011

...Il solstizio D' estate...

Il Solstizio d'Estate, conosciuto da alcuni come Litha, Mezz'estate, o Alban Heruin, è il giorno più lungo dell'anno. E' il momento in cui il sole è alla sua massima potenza, e nuova vita comincia a crescere in grembo alla Terra. D'ora in avanti le notti ricominceranno ad allungarsi, ed il sole ad allontanarsi nel cielo.

Se la vostra tradizione vi richiede di tracciare il Cerchio, consacrare lo spazio o chiamare gli angoli, è il momento di farlo. Questo rituale è ottimo da celebrare all'aperto, perciò se avete la possibilità di farlo senza spaventare i vostri vicini, approfittatene.

Cominciate il rituale preparando della legna per il fuoco, senza appiccarlo ancora. Anche se la situazione ideale prevedrebbe l'accensione di un enorme falò, in realtà non tutti possono permetterselo. Se avete delle limitazioni, usate un braciere da tavolo o un calderone a prova di fuoco, e collocate il vostro fuoco lì.

Dite, tra voi e voi o a voce alta:
Quest'oggi, per celebrare la Mezza Estate, io onoro la Terra stessa. Sono circondato da alberi alti. Sopra di me c'è il cielo limpido e sotto di me il suolo fresco, ed io sono connesso a tutti e tre. Accendo questo fuoco, così come fecero i miei Antenati tanto tempo fa. A questo punto accendete il fuoco. Dite: La Ruota dell'Anno ha girato ancora una volta. La luce è cresciuta per sei lunghi mesi. Fino ad oggi.

Dite:
Oggi è Litha, che i miei predecessari chiamavano Alban Heruin.
Un momento di celebrazione.
Domani la luce comincerà a svanire
così come la Ruota dell'Anno
gira e sempre girerà.



Volgetevi ad est, e dite:
Dall'est viene il vento,
fresco e terso.
Porta nuovi semi al giardino,
conduce le api al polline
e uccelli agli alberi.



Volgetevi a sud, e dite:
Il sole sorge alto nel cielo estivo
e illumina il nostro cammino anche nella notte
oggi il sole manda tre raggi
la luce del fuoco sulla terra, sul mare e nei cieli.



Volgetevi ad ovest, dicendo:
Dall'ovest monta la nebbia
recando con sé pioggia e foschia
l'acqua portatrice di vita senza la quale
noi cesseremmo di esistere.



Infine rivolgetevi a nord, e dite:
Sotto i miei piedi è la Terra,
suolo scuro e fertile
il grembo in cui la vita ha inizio
e in cui più tardi morirà, e tornerà a rinnovarsi. Alimentate ancor più il fuoco, in modo da avere delle fiamme vivaci.



Se desiderate fare un'offerta agli Dei, è il momento di farlo.

Dite:
A
lban Heruin è un tempo di nuova dedicazione
agli Dei. La triplice Dea veglia su di me.
Ella che è conosciuta con molti nomi,
lei è la Morrigan, Brighid e Cerridwen.
Lei è la Lavandaia al Guado,
lei è la guardiana del focolare,
è colei che rimescola il calderone dell'ispirazione. Io Vi rendo onore, o Potenti,
con i vostri nomi, conosciuti e non.
Beneditemi con la Vostra saggezza
e donatemi vita ed abbondanza
così come il sole dona vita ed abbondanza alla Terra.

Dite:
Io faccio a Voi questa offerta
per mostrare la mia fedeltà
per mostrare la mia reverenza
per mostrare la mia dedizione
a Voi
.



Gettate le vostre offerte nel fuoco.

Concludete il rituale dicendo:
Oggi, a Litha, io celebro la vita
e l'amore degli Dei
e della Terra e del Sole. Prendetevi qualche momento per riflettere su ciò che avete offerto, e su cosa significhino per voi i doni degli Dei. Quando siete pronti, se avete tracciato un Cerchio cancellatelo e congedate gli angoli. Lasciate che il fuoco si estingua da solo.

..La notte di San Giovanni..in Sardegna...

Il sole in questo periodo sembra fermarsi, sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto sino al 24 giugno (per quello invernale il 25 Dicembre) quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente sempre più a sud sull’orizzonte (a nord per quello invernale). La notte di S. Giovanni, il 24 giugno, rientra nelle celebrazioni solstiziali; il nome associatogli deriva dalla religione Cristiana, perchè secondo il suo calendario liturgico vi si celebra San Giovanni Battista (come il 27 dicembre S. Giovanni Evangelista).
In questa festa, secondo un’antica credenza il sole (fuoco) si sposa con la luna (acqua): da qui i riti e gli usi dei falò e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare. Non a caso gli attributi di S. Giovanni sono il fuoco e l’acqua, con cui battezzava, una comoda associazione, da parte del cristianesimo, per sovrapporsi alle antiche celebrazioni.
Così nel corso del tempo, c’e’ stato un mischiarsi di tradizioni antiche, pagane, e ritualità cristiana, che dettero origine a credenze e riti in uso ancora oggi e ritrovabili soprattutto nelle aree rurali. Qui di seguito vi elenco una breve panoramica degli usi popolari legati al solstizio.
I Fuochi di S. Giovanni:
I falò accesi nei campi la notte di S. Giovanni erano considerati, oltre che propiziatori anche purificatori e l’usanza di accenderli si riscontra in moltissime regioni europee e persino nell’africa del nord. I contadini si posizionavano principalmente su dossi o in cima alle colline, e accendevano grandi falò in onore del sole, per propiziarsene la benevolenza e rallentarne idealmente la discesa; spesso con le fiamme di questi falò venivano incendiate delle ruote di fascine, che venivano fatte precipitare lungo i pendii, accompagnate da grida e canti. In quanto avevano anche funzione purificatrice vi si gettavano dentro cose vecchie, o marce, perchè il fumo che ne scaturiva tenesse lontani spiriti maligni e streghe (si riteneva che in questa notte le streghe si riunissero e scorrazzassero per le campagne, alla ricerca di erbe). Inoltre si faceva passare il bestiame tra il fumo dei falo’, in modo da togliere le malattie e proteggerlo sia da queste sia da chiunque vi potesse gettare fatture e malie.
Alcuni usi popolari legati ai falo’ di S. Giovanni:
Sino a un po’ di tempo fa era d’uso in veneto allestire dei Fuochi negli incroci.
A Pamplona in Spagna si usa raccogliere erbe aromatiche da bruciare negli incroci per scongiurare le tempeste e i fulmini.
Anche i Berberi che stanno in nord africa hanno dei festeggiamenti in concomitanza del 24 giugno e per questi accendono dei fuochi che facciano fumo denso per propiziare il raccolto dei campi e per guarire (col fumo) chi vi passa in mezzo.
In una localita’ della Germania, vi e’ un’usanza a cui partecipa tutta la popolazione dei dintorni. Una grossa ruota di infuocata viene fatta rotolare fino a valle, dove passa il fiume: se la ruota arriva accesa nell’acqua il segno e’ favorevole; in caso contrario e’ cattivo auspicio.
Chi salta il fuoco è sicuro di non dover soffrire il mal di reni per tutto l’anno.
Gettando erbe particolari (come la verbena) nel fuoco del falò si allontana la malasorte.
La mattina del 24 Giugno le persone girano tre volte intorno alla cenere lasciata dal falò e se la passano sui capelli o sul corpo, per scacciare i mali.
La raccolta delle erbe:
Le erbe raccolte in questa notte hanno un potere particolare, sono in grado di scacciare ogni malattia e tutte le loro caratteristiche e proprieta’ sono esaltate e alla massima potenza.
Le erbe più note da raccogliere nella notte del 24 sono: l’iperico detto anche erba di S. Giovanni; l’artemisia chiamata anche assenzio volgare e dedicata a Diana-Artemide; la verbena protettiva anch’essa e il ribes rosso che proteggeva dai malefici.
Oltre a quelle sopra citate erano anche ricercate: Vischio, SambucoAglio, Cipolla, Lavanda, Mentuccia, Biancospino, Corbezzolo, Ruta e Rosmarino.
Con alcune delle piante sopra citate era possibile fare “l’acqua di San Giovanni”: si prendevano foglie e fiori di lavanda, iperico, mentuccia, ruta e rosmarino e si mettevano in un bacile colmo d’acqua che si lasciava per tutta la nottata fuori casa. Alla mattina successiva le donne prendevano l’acqua e si lavavano per aumentare la bellezza e preservarsi dalle malattie.
Altre erbe, usate nella medesima maniera davano origine ad altri tipi di acqua di s. Giovanni (ci sono delle variazioni tra regione e regione), che servivano comunque sempre contro il malocchio, la malasorte e le malattie, di adulti e bambini.
Altri usi legati alla vegetazione:
Alle prime luci del 24 giugno i contadini che possedevano alberi di noce dovevano andare a legare una corda di spighe di orzo ed avena intrecciate ai tronchi dei loro alberi. In questo modo avrebbero poi raccolto frutti buoni e abbondanti.
In alcune localita’ si usa fare il nocino, un liquore a base di noci non mature.
Raccogliere e portare con se un mazzetto di erba di s. giovanni aiutava a tenere lontani gli spiriti maligni.
Raccogliere 24 spighe di grano e conservarle gelosamente tutto l’anno serviva come amuleto contro le sventure.
Fare un mazzolino di tre spighe di grano marcio o carbone e buttarlo nel fiume liberava dagli animali e dalle piante nocive il grano che si stava per mietere.
La rugiada:
La rugiada della mattina di San Giovanni, ovviamente legata all’elemento acqua, ha il potere di curare, di purificare e di fecondare.
Nel nord europa se una donna desiderava molti figli, doveva stendersi nuda (o rotolarsi) nell’erba bagnata. Cio’ anche se voleva bei capelli e una buona salute.Se volete raccogliere la rugiada, potete stendere un panno tra l’erba, strizzandolo poi il mattino successivo. Oppure scavare una piccola buca, in cui inserirete un bicchiere o un altro contenitore. Sopra di esso poi metterete un telo impermeabile, fissato ai bordi della buca (in alto) e con un foro al centro proprio sopra l’orlo del bicchiere (sul fondo). La rugiada si depositera’ sul telo e scendera’ nel vostro contenitore.Un altro sistema e’ trascinarsi dietro, passeggiando per i campi, il mattino prestissimo, o un lenzuolo o un batuffolo di cotone legato per una cordicella: in questo modo stoffa e/o cotone si inzupperanno della rugiada che poi potrete raccogliere strizzandoli.
Altri usi legati all’acqua:
La prima acqua attinta la mattina del 24 manteneva la vista buona.
Recarsi all’alba sulla riva del mare a bagnarsi preservava dai dolori reumatici.
Una leggenda tramanda che vicino al famoso Noce di Benevento, ci fosse un laghetto o un torrente in cui le donne si bagnavano proprio in questa notte, per aumentare la propria fertilita’.
La divinazione:
La notte di s. giovanni e’ legata a tantissime forme di divinazione, utilizzando come base acqua e/o piante. Le divinazioni piu’ famose vertevano sull’indovinare qualcosa del proprio futuro amoroso e matrimoniale.
Qui di seguito alcune:
Le ragazze da marito, se vogliono conoscere qualcosa sulle loro future nozze, dovranno, la sera della vigilia del 24 giugno, rompere un uovo di gallina bianca e versarne l’albume in un bicchiere o un vaso pieno d’acqua.
Poi lo prenderanno e lo metteranno sulla finestra, lasciandolo esposto tutta la notte alla rugiada di S. Giovanni.
Il mattino successivo, appena levato il sole, si prendera’ il bicchiere, e attraverso le forme composte dall’albume nell’acqua, si trarranno auspici sul futuro matrimonio.
Oltre all’uovo poteva venir impiegato il piombo fuso: versato nell’acqua si raffreddava velocemente e dalla forma assunta si traevano previsioni sul mestiere del futuro marito.
Vi e’ anche una versione di questo metodo che al posto del piombo prevedeva l’utilizzo dello zolfo.
Qui invece abbiamo una divinazione con forme vegetali: i cardi. Presi due, di grandi dimensioni gli si bruciacchiava la testa, poi si mettevano in un recipiente sul davanzale della finestra, uno con il capo rivolto verso l’interno, l’altro verso l’esterno. Se al mattino uno dei cardi era ritto sullo stelo, la ragazza interessata entro l’anno si sarebbe sposata; se il cardo era quello interno, con uno del proprio paese, se quello verso l’esterno, allora si sarebbe maritata con uno di fuori.
Un altro sistema con i cardi prevedeva di bruciarne la corolla e lasciarla tutta la notte fuori della casa. Al mattino occorreva osservarla attentamente: se appariva di colore rossastro era segno di buona sorte ma se appariva nera era indice di sicura sfortuna.
C’era anche un sistema con le fave. La sera del 23 le giovani nubili dovevano prendere tre fave: una intera, una sbucciata e la terza rotta nella parte sopra, e metterle sotto il cuscino al momento di andare a dormire. Durante la notte dovevano prenderne una a caso: se prendevano quella intera, buona sorte e ricchezza, la mezza poca sorte e quella sbucciata, cattivo auspicio.
Per terminare questa succinta carrellata di usi legati al solstizio e alla notte del 24 giugno (sono veramente molti, diffusi in tutta Italia e oltre), segnalo l’usanza di mangiare le lumache per San Giovanni. Il significato di questo gesto e’ legato perlopiu’ alle corna delle lumache (che oltretutto simboleggiano la luna e il suo ciclo di crescita/decrescita, rappresentato dalle cornine). Per cui, ogni lumaca mangiata, e quindi cornetto, si ritiene che sia scongiurato un malanno… così come il rischio di “corna” in casa.

..La Janara..

Rispetto alla figura classica tramandataci dalla storia e dagli scritti degli esponenti della cultura clericale del Medioevo, la Janara è prettamente legata al culto magico della terra, conosce l'uso delle piante, può comandare gli eventi atmosferici e arrecare danno all'uomo. E' una donna dotata di conoscenze magiche e come tutti gli esseri magici, ha carattere ambivalente: positivo e negativo. Conosce i rimedi delle malattie attraverso la manipolazione delle erbe ma sa scatenare tempeste. Nella coscienza popolare non si associa la Janara al diavolo, ella non ha valenze religiose, ma soltanto magiche, come l'Uria, la Manalonga, le Fate. E' capace di nuocere agli umani, ma non ha legami con il diavolo, che le attribuiscono gli uomini di chiesa, i quali ne fecero un'eretica. La tradizione vuole che chi nasce la notte di natale sia predisposto a trasformarsi, se uomo in lupo mannaro, se donna in una janara. L’etimologia proposta per il termine popolare janara metteva in connessione tale nome con il latino ianua= porta, in quanto essa è insidiatrice delle porte, per introdursi nelle case. Presso gli usci si ponevano quindi scope o sacchetti con grani di sale, in modo che, se la janara riusciva ad entrare, sarebbe stata costretta a contare i fili della scopa o i granelli di sale, senza poter venire a capo del conto. L’alba sopraggiungeva a scacciarla, poiché non si accorgeva del passare del tempo, impegnata nell’insulsa operazione. Gli oggetti posti a tutela delle porte infatti hanno insite virtù magiche: la scopa per il suo valore fallico, oppone il potere maschile e fertile a quello femminile e sterile della janara; i grani di sale sono portatori di vita, poichè un’antica etimologia connette sal(sale) con Salus(la dea della salute). Per Piperno, l’origine del nome deriva dal fatto che le streghe per "aerem nare sentiantur dum feruntur ad ludos" oppure dal fatto che il nome di una delle Lamie del tartaro era Duchessa Iana.