domenica 22 maggio 2011

canzone dedicata alle janas....da brivido...

Sardu:
Fiza de su sole, ojos ke su mare
Pilos de colores, sa luna in s'istiu
Cantami su bentu, ki lizeru sulat
Cantami su trigu de oro in s'istiu
Fiza de su sole, in mesu a su campu
Movende sa beste, movende sos fiancos
Pares unu bisu, no ti isco aferrare
M'incantat su sinu in sa beste de linu

Rit:
In sos campos rubias dormideras
Cun su bentu ki las moven dàntzan
Dantzàn impare a tie
Ki ses ke dormidera
Ti kirco ma inue ses tue

Fiza de su sole, prenda de sa vida
Lèbia ke sa lughe in su note 'e s'istiu
Pares unu bisu no ti isco aferrare
M'incantat su sinu in sa beste de linu

Rit:
Ti kirco ma inue ses tue
Ti kirco ma inue ses tue
Doormiideeeeeraaaaa

Bordadura in Toscanu:
Figlia del sole, occhi come il mare
Capelli colorati, la luna d'estate
Cantami il vento, che leggero soffia
Cantami il grano d'oro d'estate
Figlia del sole, in mezzo al campo
Muovendo la veste, muovendo i fianchi
Sembri un sogno, non riesco a prenderti
Mi incanta il seno nel vestito di lino

Rit:
Nei campi rossi papaveri
Con il vento che li muove danzano
Danzano insieme a te
Che sei come un papavero
Ti cerco ma dove sei tu

Figlia del sole, gioiello della vita
Leggera come la luce nella notte d'estate
Sembri un sogno, non riesco a prenderti
Mi incanta il seno nel vestito di lino

Rit:
Ti cerco ma dove sei tu
Ti cerco ma dove sei tu
Papavero

Sogni di.... Lady Shadow: Collana fairy Celtic

Sogni di.... Lady Shadow: Collana fairy Celtic: "...Collana realizzata interamente a mano, tonalità verde... -20€ comprese spese di spedizione-"
"Il suo volto era un letto di chiome,
Come fiori in un prato-
La sua mano era più bianca dell'olio
che bruciando alimenta le luci sacre.
La sua lingua era più tenera
dell'armonia che oscilla nelle foglie-
chi l'ascolta puo' rimanere incredulo,
ma chi ne fa esperienza crede."
Fate

sabato 21 maggio 2011

poesie..

 Notte buia non portarti via i miei sogni, lascia che oltrepassino l'anima per giungere fino al cuore. Notte dolce non portarti via la speranza lascia che cresca fino a diventare realtà!.  
Notte invidiosa non portarti via il mio sogno più bello, lascialo con me affinchè il mio cuore non muoia al triste risveglio!


pesie fantasy

In una bellissima notte stellata, un bambino alzò lo sguardo al cielo e vedendo la luna così bella e splendente,non riuscì a trattenersi dal piangere!Allora la luna chiese"perchè piangi?" il bambino rispose"sono triste perchè sei così lontana ed io sono così piccolo, nn potrò mai toccarti!" la luna lo guardò e poi sorridendo disse "se io nn fossi già nel tuo cuore tu nn riusciresti nemmeno a vedermi!" ...non importa se in questo
mondo non riuscirai mai
a toccare la luna !
...
è così bello
vagabondare tra
le stelle!

poesie...

Scendono lenti fiumi di porpora lungo il mio petto, mentre gocciano cristalli di luce sul terreno umido, bagnato dal pianto eterno del cielo. Il tuo profumo trafigge i miei sensi creando assuefazione, il pensiero di te alimenta il mio essere... 

venerdì 20 maggio 2011

poesie...

  
Ovunque freddo e oscurità mi circondano… Un fuoco gelido...mi attraversa le vene…le ossa…il corpo …mi sento libero...vivo… …ma più vado avanti e più mi accorgo che sono solo…circondato dalle ombre delle tenebre… le mie tenebre… .Il cammino si fà sempre più faticoso ed io divento sempre più debole, fino al momento in cui non c'è la farò… …ma loro ignorano che sono immortale… …un immortalità che devo a loro… …solo nelle tenebre…circondato dalle ombre…solo…per l’eternità, se questo è il mio destino ritorno alla notte…la notte scura…ritorno alle ombre della solitudine! 


Fantasia

lunedì 16 maggio 2011

Io so bene che dentro la mia stanza
c'è un amico invisibile,
non si rivela con qualche movimento
né parla per darmi una conferma.

Non c'è bisogno che io gli trovi posto:
è una cortesia più conveniente
l'ospitale intuizione

La sola libertà che si concede
è di essere presente.
Né io né lui violiamo con un suono
l'integrità di questa muta intesa.

Non non potrei mai stancarmi di lui:
sarebbe come se un atomo ad un tratto
si annoiasse di stare sempre insieme
agli innumerevoli elementi dello spazio.

Ignoro se visti anche altri,
se rimanga con loro oppure no.
Ma il mio istinto lo sa riconoscere:
il suo nome è Immortalità.

FATA DI NOTTE

Tristezze della luna

Nei suoi sogni la luna è più pigra, stasera:
come una bella donna su guanciali profondi,
che carezzi con mano disattenta e leggera
prima d'addormentarsi i suoi seni rotondi,

lei su un serico dorso di molli aeree nevi
moribonda s'estenua in perduti languori,
con gli occhi seguitando la apparizioni lievi
che sbocciano nel cielo come candidi fiori.

Quando a volte dai torpidi suoi ozi una segreta
lacrima sfugge e cade sulla terra, un poeta
nottambulo raccatta con mistico fervore

nel cavo della mano quella pallida lacrima
iridescente come scheggia d'opale.
e, per sottrarla al sole, se la nasconde in cuore.

la fine del giorno...

La fine del giorno

Sotto una luce bigia, senza posa,
senza ragione, si contorce e incalza
danzando, spudorata e rumorosa,
la Vita: così, poi, quando s'innalza

voluttuosa la notte all'orizzonte,
e tutto, anche le fami, in sé racqueta,
tutto annuvola e spegne, anche le onte,
"Eccoti, alfine!" mormora il poeta.

"Pace ti chiede il mio spirito ed ogni
mia fibra, pace, e null'altro elisire;
ricolmo il cuore di funebri sogni,

vo' stendere le mie membra supine
nella frescura delle tue cortine
e quivi sempre, o tenebra, dormire!"
 

Madre delle memorie, amante delle amanti,
fonte d'ogni mia gioia e d'ogni mio dovere,
ricorderai le tenere nostre ebbrezze, davanti
al fuoco, e l'incantesimo di quelle lunghe sere,
madre delle memorie, amante delle amanti!

Le sere accanto al palpito luminoso dei ceppi,
le sere sul balcone, velate d'ombre rosee....
Buono il tuo cuore, e dolce m'era il tuo seno: oh, seppi
dirti, e sapesti dirmi, inobliabili cose,
le sere accanto al palpito luminoso dei ceppi.

Come son belli i soli nelle calde serate,
quanta luce nel cielo, che ali dentro il cuore!
Chino su te sentivo, o amata fra le amate,
alitar del tuo sangue il recondito odore.....
Come son belli i soli nelle calde serate!

Un muro era la notte, invisibile e pieno.
Io pur sapevo al buio le tue pupille scernere,
e bevevo il tuo fiato, dolcissimo veleno,
e i piedi t'assopivo, entro mani fraterne.
Un muro era la notte, invisibile e pieno.

Io so come evocare i minuti felici,
e rivivo il passato, rannicchiato ai tuoi piedi:
è infatti nel tuo mite cuore e nei sensi amici
tutta chiusa la languida bellezza che possiedi.
Io so come evocare i minuti felici...

O promesse, o profumi, o baci senza fine,
riemergerete mai dai vostri avari abissi,
come dal mare, giovani e stillanti, al confine
celeste i soli tornano dopo la lunga eclissi?
- O promesse, o profumi, o baci senza fine!

Dark


domenica 15 maggio 2011

tenebra...

Tenebra  L'oscurità mi avvolge nel suo nero mantello, il mio cammino è appena cominciato e trovo te, angelo nero dei miei sogni occulti, e d'un tratto m'incanto guardando i tuoi occhi, cercando al loro interno le chiavi per uscire dall'inferno in cui mi trovo.

Dark
Dark

poesie...

Ho il nero mantello della notte che mi nasconde, ma se non mi ami lascia che mi trovi!...meglio morire per mano sua, che vivere senza il tuo amore
+
Il cielo sanguina i colori del tramonto e incendia le mie lacrime...un soffio di vento all'orizzonte dei ricordi è ciò che di lei mi resta!
+

Dark


Ti dono questi versi

Ti dono questi versi perchè se il mio nome approderà felicemente alle epoche lontane, e, una sera, farà sognare le menti umane, vascello favorito da un grande aquilone, il tuo ricordo, simile a favole confuse, stanchi il lettore come l’incessante percussione d’un timpano e con fraterna e mistica unione resti come appeso alle mie rime dignitose; essere maledetto cui, da voragini profonde al più alto cielo nulla, tranne me, risponde! -
O tu che, simile a un’ombra dall’orma effimera, calpesti col piede lieve e lo sguardo sereno gli stupidi mortali che t’han giudicato amara, statua dagli atri occhi, grande angelo dalla bronzea fronte!

(Charles Baudelaire 1861/1862)
  

Fate

poesie...


Stanche membra vaganti, all'imbrunire...
Passi incerti. 
Suoni di foglie infrante e di un lieve gelido vento invernale, tutto intorno solo il Sole e la sua sfumatura rossa all'orizzonte.
Mare. 
Salmastro bacino di rimpianti.
Terra.
Odorosa compagna di viaggio.
Occhi nel vuoto e il suo volto consumato da tanti imani dolori a causa di un anima forse fuori luogo forse fuori tempo in quei secoli bui e nell'aria solo il silenzio e nel cuore il suo tormento. 
Vampiri Glitter

è ora...

Rossa è la luna
languida la notte
nella palude dei ranocchi
allo scoccar
dei dodici rintocchi.

Fantasia

la danza delle streghe...

Nel cerchio di fuoco
s'aprono
le porte delle tenebre
mentre streghe e demoni
danzano insieme.

Ciondolano dai rami
antichi scheletri
al vagar
in terra dei loro spiriti.

Dalle lapidi
d'un vecchio cimitero
escono le anime dei morti
per raccontare ai vivi
la loro triste sorte.
Fantasia

lunedì 9 maggio 2011

Ecco qui..il mio nonnino famoso...

Tra Barumini e Tuili sorgeva una collina, questa era speciale perché vi era una finestrella con i bordi in pietra, molti ne conoscevano l’esistenza ma non sapevano chi l’avesse costruita. Questa finestrella era molto visitata dai ragazzini, così per tenerli lontani da questa misteriosa finestrella, s’inventarono delle storie per spaventarli, una delle più famose è quella di: ”Sa musca maccedda”. Efisino Zedda ci racconta questa storia. Racconta che quando era piccolo andava con fratelli e amici a visitare questa misteriosa finestrella, dove vi erano dei nidi di Barbagianni, chiamati comunemente in sardo “Striasa”, ci dice inoltre che suo padre raccontava a lui e ai suoi fratelli di non avvicinarsi alla piccola finestra, perché al suo interno viveva “Sa Musca Maccedda”, una mosca gigante che si nutriva di bambini, inoltre ci racconta della sua esperienza da operaio negli scavi archeologici del Nuraghe di Barumini. Ha incominciato a lavorare nel 1950 sino ad oltre il 1960 vale a dire dall’inizio degli scavi sino alla restaurazione del nuraghe. I primi che si accorsero di questa struttura furono gli operai che lavoravano questo terreno, per conto di Oreste Sanna, il proprietario del terreno. Questa notizia si diffuse nel paese così che arrivò voce a Giovanni Lilliu, un giovane archeologo che per di più era anche un amico di Oreste Sanna, così che Giovanni Lilliu dopo aver visitato la famosa collina ha contattato la Regione e così è stato dato il via agli scavi, con l’apertura di un cantiere.
Gli operai che parteciparono agli scavi risiedevano a Barumini, il capo cantiere era un certo sig. Brescia, il capo squadra era il sig. Cocco, gli addetti ai lavori erano dott. Pes e dott. Pilia, colui che dirigeva gli scavi era ovviamente prof. Giovanni Lilliu.
Vi erano due squadre che facevano turni di lavoro di circa quattro mesi ognuna, l’orario di lavoro andava dalle sei del mattino alle quattro del pomeriggio con una pausa pranzo di un’ora, che andava dalle 12 alle 13. Gli operai, che venivano pagati a ore, viaggiavano da Barumini al Nuraghe con muli e asini, e quando tornavano ne approfittavano per andare a Monti per caricare legna (uso familiare). Nella pausa pranzo si mangiava pane e cipolla, cardo selvatico, cicoria, vino e il formaggio per i benestanti. Efisino Zedda ci racconta che a lui era stata affidata la capanna 113, e a fianco a questa, ha trovato uno scheletro umano e si pensa che questo scheletro risalga al periodo Nuragico. A questo scheletro sono state prelevate alcune ossa, per analizzarle, mentre il resto è stato sepolto nuovamente.
Oltre a questo, Efisino Zedda narra, di aver trovato una lancia, una moneta con raffigurata la Dea Minerva, una statua di bronzo raffigurante un cinghiale che morde una volpe al collo. Racconta inoltre che durante gli scavi furono trovati molti reperti tra cui monete, lance, ossa di animali, zanne di cinghiali, corna di cervi, bronzetti raffiguranti uomini armati e animali, vasi, candele in terracotta che funzionavano ad olio, un forno per il pane con al suo interno del pane fossilizzato, un forno per squagliare rame e stagno così da formare nella loro fusione e nel loro miscelamento il rame. All’interno del Nuraghe è stata trovata una stanza pavimentata in sughero, quasi sicuramente la camera del Re.
Inoltre ci informa che, per togliere la terra dalle fessure provocate dal posizionamento delle pietre, si usavano degli strumenti molto banali, tra cui cucchiai, coltelli e pennelli.    
 

domenica 8 maggio 2011

...CREDENZE DELL ATERRA DI SARDEGNA...


Il pane ha sempre avuto una grande importanza in Sardegna. Tenuto conto che è sempre stato l'alimento principale dei sardi, questi ne avevano un grande rispetto, tanto che in un banchetto doveva essere maneggiato con molta cura e prima di buttarlo si faceva il segno della croce. Il vino doveva essere servito tenendo la bottiglia o la caraffa con il dorso della mano rivolta verso l'alto. Versare il vino in modo diverso significava tradimento. Il maiale in Sardegna è sempre stato simbolo di benessere e buon auspicio, mentre il sedano è sempre stato considerato afrodisiaco.
Un vero e proprio rito antico è la tosatura della pecora: sa tundimenta (o tundidura dalle mie parti). Consiste nel liberare le pecore dal manto invernale utilizzando delle arcaiche forbici.
A Funtana Santa di Bonorva doveva svolgersi il rito dell'ordalia o giudizio divino: chi era accusato di furto veniva portato a questa fonte, dove è stato portato alla luce un recinto gradonato ad anfiteatro, per essere giudicato dalla divinità. Il presunto colpevole doveva superare una prova che avrebbe rivelato la verità sul furto: l'occhio dell'accusato veniva bagnato con l'acqua della fonte, dietro cui si celava la divinità. Se l'accusato era colpevole diventava cieco altrimenti aveva un incremento della vista per effetto dell'acqua magica.
Aristotele parla nella "Fisica" del rito sardo "dell'incubazione" (incubare=dormire) che consisteva nel dormire presso le tombe degli avi in modo tale da liberarsi dalle ossessioni grazie all'aiuto e ai consigli dei morti che attraverso il sonno comunicavano con i vivi. Questo rito sardo si svolgeva probabilmente davanti alle tombe collettive protostoriche: le tombe dei giganti che tuttoggi vengono visitate da alcuni perchè considerate depositarie di influssi benefici.


Per catturare una Janas e renderla la propria sposa era quello di fare in modo che non fuggisse, di notte: perciò i corteggiatori prendevano un lembo della loro veste, o un fazzoletto, oppure legavano le loro gambe a quelle di queste fanciulle. Al mattino, o entro qualche giorno, la janas sarebbe tornata/rimasta dal corteggiatore ed avrebbe accondisceso a sposarlo XD

C'è inoltre anche una lunga tradizione di sciamanesimo, in Sardegna... il contatto coi morti è rimasto fin nel folklore odierno, senza contare che per i Sardi il vento era l'insieme delle anime che viaggiavano da un posto all'altro...

L'essere Vampiro

Io non sono altro che un anima dannata,
l'oscurita' e una parte del mio essere,
la morte e l'inquetudine sono le mie compagne,
chi puo' mai salvarmi da tanta solitudine....
ma io voglio essere salvato????

Angelo nero fratello mio,
tu che porti le anime dei defunti,
tu che non sfuggi al tempo che trascorre,
tu che con la solitudine
hai condiviso l'esistenza,
vieni a prendere cio'
che un giorno hai solo guardato.....

in questa terra cosi malsana
la mia esistenza non e che un brivido oscuro
la mia voce un urlo di disperazione
il mio sangue una pozzione di eterna immortalita'

Marcus DeRomanus

Ultima Scintilla d'umanità

Ammiro la luna in un mare di stelle,
vaghando nelle notti d'inverno;
confuso dalle tenebre che mi avvolgono.
Piangho mentre osservo l'ultima mia scintilla,
umanità spezzata dalla corruzione dell'anima,
inerme e smarrito da tanta tristezza.
Caduto in questo baratro oscuro e tenebroso,
maledico il girono in cui fui incoscente,
donando ad una Lady i miei ultimi puri sentimenti.
Cio' che mi sembravano peccati,
li trovo ora dolci come il miele.
La vita terrena ormai un ricordo insignificante;
riscopro in me quella malvaggità ardente,
quella forza innarestabile che inebria i miei sensi.
Mi ritrovo a dovermi sfamare ancora una volta,
dannato per l'eternità a bere quel caldo e rosso battito,
ciò che un giorno fu'la mia stessa vita.

Marcus DeRomanus

...Bellissima poesia!!!trovata sul web... 

Sette Angeli
guerrieri
faranno storia,
cadendo con Roma.
Mani fredde
di
corpi
e
cadaveri
saranno.
LA Luce
si dissiperà
attraverso l' Ombra.



Vampiri,
Angeli,
Demoni
ci
soggiogheranno.
Sofferenze,
dolori
ci
aggrediranno.
Il Messia
non potrà
tendere
la Sua
Mericordiosa
Mano,
troppo lontani
siamo.
C' è chi la chiamerà
Apocalisse,
La Guerra delle Guerre
contro noi stessi.
Anche il Mondo è
stanco,
piange,
urla.

Il Mondo Volge
al contrario
l' Umanità sarà
in subbuglio.



Col cuore in sobbalzo, gemente,
Scorre la linfa rubia
Nelle azzurre vene.
Il tuo Veleno, la tua Dannazione.
Essere condannato
Dal cuor incatenato
Mi guardi con occhi
Frementi
Supplichevoli
Di desiderio.
Vorresti assaporare il mio scarlatto liquido,
qualità assai gradita.


SONO UNA STELLA



“Sono una stella del firmamento

che osserva il mondo, disprezza il mondo

e si consuma del proprio ardore.

Sono il mare di notte in tempesta,

il mare urlante che accumula nuovi

peccati e agli antichi rende mercede.

Sono dal vostro mondo esiliato

di superbia educato, dalla superbia frodato,

io sono il re senza corona.

Sono la passione senza parole

senza pietre nel focolare, senz’arma nella guerra,

è la mia stessa forza che mi ammala”.


HERMAN HESSE

...domus de janas...

Le domus de janas sono delle strutture sepolcrali preistoriche costituite da tombe scavate nella roccia. Si trovano lungo tutto il bacino del Mediterraneo, ma particolarmente in Sardegna dove si possono scorgeres in tutto il territorio dell'isola sia isolate che in grandi concentrazioni costituite spesso da più di 40 tombe. In lingua sarda il termine domus de janas significa case delle fate o delle streghe, ma sono conosciute anche con il nome di forrus o forreddus.

A partire dal Neolitico recente fino ad arrivare all'Età del Bronzo antico, queste strutture caratterizzarono tutte le culture prenuragiche. Ne sono state ritrovate più di 2.400 (più o meno una ogni chilometro quadrato) e molte rimangono ancora da scavare. Sono sovente collegate tra loro a formare delle vere e proprie necropoli sotterranee con in comune un corridoio d'accesso ed un'anticamera, spesso assai spaziosa e dal soffitto alto.
Seguendo particolari riti, il defunto veniva trasferito da quella che durante la sua vita fu la sua casa abituale, in un'altra casa, secondo un antico principio ideale - proprio di queste genti - che presupponeva la continuità eterna dell'essere umano.

I corpi venivano deposti in posizione fetale e - si pensa - venissero dipinti con ocra rossa, così come le pareti della tomba stessa. Accanto alle spoglie venivano deposti oggetti di uso comune facenti parte del corredo terreno del defunto e si pensa anche che venisse lasciato del cibo per il viaggio ultraterreno. Nel tempo i corredi funebri venivano rimossi per far luogo a nuove deposizioni e questa usanza ripetuta nei secoli ha impedito una miglior conoscenza del fenomeno e per questa ragione le ipotesi che le domus de janas fossero destinate ad un unico gruppo familiare resta non provata [3].

L'archeologo Giovanni Lilliu su questo argomento ha scritto che: « ..i cadaveri erano sepolti, non di rado, sotto bianchi cumuli di valve di molluschi. Ma tutti portando con sé strumenti e monili della loro vita terrena: punte di frecce di ossidiana, coltelli e asce di pietra, ma anche collane, braccialetti ed anelli di filo di rame ritorto, e tante ceramiche». Altre ipotesi sostengono che il corpo veniva lasciato all'aperto per scarnificarsi e solo dopo, quando era ridotto ad uno scheletro, veniva riposto nelle grotticelle.

"Poltergeist" in tedesco vuol dire "spirito folletto", "spirito fastidioso", "spirito fracassone" ("Geist" vuol dire spirito, "Polter-" deriva dal verbo "poltern": far rumore, fracasso, strepitare, rumoreggiare). A quanto sembra, tali spiriti fanno piovere dall'alto pietre ed oggetti vari, fanno materializzare oggetti dal nulla, aprono finestre, porte, ante di armadio ben chiuse, a volte mordono, e si manifestano con rumori dietro i muri, oppure come voci che raccontano falsità sul conto di una persona. Si manifestano solo in presenza di una determinata persona o, piú raramente, di un determinato gruppo di persone.
Secondo un'interpretazione parapsicologica, invece, questo fenomeno appartiene alla tipologia PK (psico-cinesi), cioè fenomeni in cui la forza della psiche provoca effetti cinetici sulla materia, ed in particolare sarebbe un fenomeno di psicocinesi spontanea. Comunemente si ritiene che soprattutto i ragazzi in età adolescenziale possano inconsciamente scaricare le proprie pulsioni - es. il disagio verso la famiglia o l'ambiente - attraverso la generazione di tali tipi di fenomeni. Le capacità paranormali della loro mente, infatti, non sarebbero ancora compromesse da una completa socializzazione e la loro età sarebbe quella in cui si manifesta in modo piú intenso il disagio verso il proprio ambiente ed in cui piú forti sono le tensioni relazionali con la famiglia. Inoltre ad avvalorare l'ipotesi di un'origine parapsicologica del fenomeno, vi è il dato che i poltergeist si manifestano prevalentemente in presenza di una determinata persona, ossia in presenza dell'individuo che possiede quei poteri psichici - che non riesce a controllare - da cui essi si originano.
Questo fantasma è un'apparizione che si mostra nelle fotografie che vengono fatte agli neo sposi.
Pare vi siano molte prove dell'esistenza di questa entità che in molte fotografie scattate sul sagrato del Duomo di Milano a coloro che si sono sposati lì compaia appunto l'immagine di una sposa vestita di nero.
Questa sposa vestita di nero è una fanciulla di nome Carlina che secondo la tradizione del suo paese Schignano, in provincia di Como indossava l'abito tradizionale per le spose: nero. [ Sposa Dark in nero ]
Ella in viaggio di nozze con il suo neo sposo venne a Milano e visitò il Duomo di Milano, giunsero in piazza di buon'ora, le basi del Duomo erano ancora avvolte dalla nebbia mentre le sommità delle guglie erano incendiate dal sole e la Madonnina brillava galleggiando nel turchese del cielo.
Ma l'animo della fanciulla era turbato: ella aveva giaciuto con un uomo ed attendeva un bimbo, non ne aveva fatto parola con il suo sposo, cercando di far passare, vista la prossimità delle nozze, il bimbo per suo.
I due giovani salirono con l'ascensore fino ai piedi della guglia Carelli, la più antica e ricca di statue e figure spaventose, Carlina si spaventò e lasciata la mano del marito fuggì fra le insenature ed i pilastri.
Ossessionata forse dal rimorso e dall'angoscia si era recata sulla sommità della cattedrale, forse per raggiungere la parte più alta ed invocare la Madonnina per chiedere il suo perdono.
Forse fu la nebbia che avvolgeva e rendeva irreale la sommità del Duomo e che rendeva questa intricata foresta di marmo piena di guglie, pinnacoli, stretti passaggi un luogo veramente impressionante per una fanciulla già in uno stato d'animo turbato e dalle esperienze semplici di campagnola.
Furono magari i volti scolpiti delle statue, con le loro espressioni ieratiche che sembravano giudicarla ed accusarla per la sua menzogna e la sua colpa segreta.
Carlina, narra la leggenda si "perse" in questo mondo irreale e fu cercata per diversi giorni senza che il suo corpo venisse trovato.
Oggi forse appare accanto a coloro che qui si sposano quasi a voler augurare loro quella felicità che lei non ebbe, chi riesce a scorgerne gli occhi ha un brivido: essi sono bianchi come perle. 
 

un pò di dark...

Edimburgo è considerata forse la città più infestata di fantasmi in assoluto.
Nel suo castello infatti pare vi si aggirinino i fantasmi dei soldati francesi morti nel XVIII secolo.
E quindi, proprio in questa città si sono tenuti alcuni interessanti esperimenti per verificare esistenza o meno dei fenomeni chiamati fantasmi.
Uno dei luoghi riconosciuti come maggiormente colpiti da questo tipo di manifestazioni sono le cripte di South Bridge.
Secondo la tradizione in queste cripte vi risiedono ben otto fantasmi fra cui uno di un uomo ed uno di un bambino.
Le cripte sono un luogo turistico aperto alle visite guidate ed una testimonianza di tali manifestazioni viene proprio da una di queste guide.
La guida sostiene di aver sentito, durante una normale visita nella quale indossava un mantello e teneva fra le mani una candela, le mani spostarsi come qualcuno strattonasse la candela. Tale episodio si è ripetuto per ben due volte nel corso della stessa visita.
Il 15 aprile del 2001 è stato condotto quindi un esperimento: in tutte e dieci le stanze della cripta sono stati messi 10 volontari con della strumentazione elettronica sia di monitoraggio per loro sia per monitorare la stanza.
Non tutte le stanze della cripta hanno la reputazione di essere infestate ma ne i volontari ne i ricercatori sapevano quali esse fossero.
Il risultato dal punto di vista dei volontari è stato che per il 40% di loro si sono verificati fatti inspiegabili fenomeni riconducibili al paranormale: fantasmi.
Per la strumentazione è stato verificato che nei casi di contatti con entità vi era una variazione del campo magnetico.
Sono stati condotti degli esperimenti per verificare l'influenza dei campi magnetici sul cervello umano. Questi studi hanno portato gli scienziati ad affermare che l'esposizione del cervello umano ai campi magnetici distorce le percezioni sensoriali.
Questa distorsione fa si che i soggetti testati provassero sensazioni come se delle mani li toccassero, sentivano dei respiri alle loro spalle.
Questi erano i sintomi sperimentati dai volontari nelle cripte di Edimburgo.
Ma sono i campi magnetici a cambiare o sono queste entità che li influenzano? 

Far Darrig

Il Farr DarrigMalvagio folletto dalla pelle rossa che ama presiedere gli incubi degli uomini durante le ore del sonno.


Far Gorta

Gracile folletto che chiede l’elemosina nelle campagne, e porta fortuna a chi è generoso con lui.

Erba dello smarrimento

Erba piccolissima e sconosciuta ai più, viene seminata dai folletti intorno ai luoghi da loro frequentati. Chi la calpesta comincia a vagare per campagne e boschi perdendo completamente l’orientamento. Secondo altri è essa stessa un folletto burlone. In questi casi è nota come Piota Vagante.

Each-Uisge

Sono creature simili alle Kelpie, ma molto più pericolosi. Essi dimorano nei laghi e nei mari e divorano le loro vittime dopo aver fatto a pezzi, fatta eccezione per il fegato che lasciano.


Dullahan
Folletto raccapricciante, Spesso lo si vede condurre una carrozza nera chiamata coach-a-bower (in irlandese Coite-bodhar), tirata da cavalli senza testa. Arriva rombando alla vostra porta, e se la aprite vi viene gettato in faccia un bacile di sangue. È un presagio di morte per gli uomini che avessero la sventura di incontrarlo.

Dukko
Folletto alto 50 cm, mingherlino, ben proporzionato e con la pelle biancastra. L’occhio è ardente, i capelli lunghi e ondulati. I suoi modi affettati nascondono un’anima inquieta.
Si diverte a raccontare storie divertenti. Se ne va a zonzo nelle campagne a caccia dell’odiato nemico: il folletto ingannatore Voghee Lyno. Il limaccioso Dukko (così chiamato dal suo antagonista), restituisce il maltolto ai derubati dal Voghee Lyno 
(previo un minimo compenso ).
Si nutre di bacche e di piccoli frutti della terra. Ama suonare l’arpa o il violino e adora distendersi sui prati con graziose follette di varie specie.


Daoine Sidhe

Questo è il nome assunto dai Tuatha de Danaan quando i Milesi li guidarono sottoterra. Loro re era Finvarra, che da quel giorno regna nel suo palazzo sotto la collina fatata di Knockma.
Essi sono abili giocatori di scacchi, e mai nessun mortale è riuscito ancora a battere Finvarra in una partita. Quest’ultimo è un vero e proprio donnaiolo, e molto spesso rapisce donne umane.

Daoine Maithe

Questo è il nome con cui in Irlanda si indicano collettivamente i membri del Good People (Buon Popolo), quello che da noi è chiamato il Piccolo Popolo e che comprende essenzialmente i Folletti e le Fate.

Bo men
Folletti che vivono nelle paludi della contea di Dawn. Seviziano con giochi pericolosi gli imprudenti che si avventurano da quelle parti. Si possono allontanare colpendoli in faccia con una qualità particolare di alga.

Clurichaun


Clurichaunok


In irlandese Clobhair-cean. Folletto godereccio dall’aspetto grassoccio, la faccia rubiconda, con una vistosa pancia e il naso forucoloso.
E’ alto 30 cm e ha sempre lo sguardo perso nel vuoto. Detentore del segreto della fabbricazione del whisky, rivelato agli uomini in cambio dell’ospitalità ricevuta in una bufera nel 1620 sulle coste della Scozia.
L’habitat per incontrarlo è la cantina di un pub irlandese. Si nutre di piccoli topolini domestici arrosto, pezzetti di formaggio e poche briciole di pane accompagnati da litri di whisky. E’ molto permaloso ed armato di un appuntito coltellaccio.

Banshee...


In irlandese Bean Sidhe, ovvero Donna Fatata.
Questo Folletto, come il Far Gorta, differisce dalla condotta generale dei Folletti solitari per via della sua disposizione, generalmente buona. Forse non è affatto una di loro, bensì un Folletto socievole divenuto solitario a causa dei tanti dolori patiti.
Il nome corrisponde a quello del meno comune Far Shee (in irlandese Fear Sidhe), un Folletto di sesso maschile. Lancia lamenti in occasione della morte di un membro di qualche antica famiglia irlandese.
Alle volte è nemica della casata, e le sue grida sono di trionfo, ma più spesso ne è amica. Quando a lamentarsi arriva più di una Banshee, l’uomo o la donna che sta morendo deve essere stato molto pio, o molto coraggioso.
È diffusa la convinzione secondo cui la Banshee che lancia grida di trionfo non sia un vero e proprio Folletto, bensì lo spettro di qualcuno che ha subito dei torti da un avo della persona morente. Alcuni sostengono, erroneamente, che non vada mai oltremare, ma risieda sempre nel suo paese.


giovedì 5 maggio 2011

Sogni di.... Lady Shadow: Fate & Animali...

Le Fate amano in modo particolare gli animali, e li usano spesso come esca per chiamare a se gli uomini.
Può succedere, per esempio, che uno splendido cervo dalle corna d'oro si faccia inseguire a lungo da un cacciatore, che si troverà nel folto del bosco e vedrà apparire una dama bellissima.
Altre volte, invece, sarà un uccello tutto bianco, oppure una farfalla o addirittura un magnifico unicorno ad attirare un uomo o una ragazza verso la signora della foresta che vuole incontrarli.
Servitori e amici delle fate, gli animali hanno con loro un legame profondo:
non per niente molte di esse a volte sono costrette in certi mesi dell'anno a trasformarsi in bestie.
E quando diventano topi, serpi, rospi, cerbiatte, pesci, lucertole perdono i loro consueti poteri correndo gli stessi rischi di un animale autentico.
Gli uomini che le salvano in queste circostanze salvandole da trappole, fucili oppure dal morso di una volpe guadagnano la loro eterna gratitudine e grandi ricompense.
Una antica leggenda dice che alcune Fate usano trasformarsi in animali grazie a un abito fatto con le piume o della pellicce della bestia prescelta, quando poi si spogliano della veste magica riprendono il loro aspetto normale.

I vestiti delle fate..

Cosa vede una fata quando si guarda allo specchio?
A volte il viso di una ragazza, altre volte le rughe di una vecchia,
la lingua biforcuta di una serpe, le ali bianche di una farfalla...
non per niente la capacità di mutare d'aspetto e di dimensioni è una delle loro caratteristiche principali.
Ma anche se si divertono a mostrarsi agli uomini nei più strani travestimenti,
le Fate sono in genere bellissime ed eternamente giovani,
risplendono lievemente al buio e amano portare ricchi gioielli e abiti sontuosi,
lunghi fino a terra per mascherare uno dei loro grandi difetti (molte fate hanno zoccoli caprini al posto dei piedi).
Ci sono tuttavia anche fate del tutto insensibili al fruscio e al luccichio delle gemme preziose:
le timide e solitarie fate dei boschi e delle foreste.
Indossano semplici tuniche bianche o verdi oppure abiti fatti di foglie e di fiori freschi,
quando non vanno in giro coperte soltanto dai loro lunghissimi capelli.

martedì 3 maggio 2011

LUXIA RABIOSA ...la donna pietrificata

Chi era...
Era una donna tanto ricca quanto avara, che possedeva terre e campi di grano di cui era estremamente gelosa.
Per questa sua avarizia fu punita da Dio, che trasformò in pietra lei ed anche gli oggetti che la riguardavano.

Ancora oggi, infatti, è possibile vedere nell'isola strane rocce dalle forme più bizzarre; si tratta dei cavalli, dei pani, degli attrezzi di lavoro di Luxìa.
Cosa rappresenta
E' evidente il legame con Demetra, la dea greca del grano e dei raccolti.

Disperata per la perdita della figlia Persefone, rapita da Ade, il dio dell'oltretomba, secondo alcuni autori si rifugiò in una grotta buia, e, pietrificata dal dolore, si rifiutò di risalire sull'Olimpo: a causa della sua assenza, la terra non produsse più frutti, le messi non maturarono, gli alberi inaridirono.
La dea divenne una delle Erinni, spiriti della vendetta, finché, purificata nel fiume Ladone, assunse il nome di Lusìa.
Zeus, commosso dal suo dolore, ordinò di restituirle la figlia; ma Ade, prima di liberare Persefone, le fece mangiare i chicchi di una melagrana, costringendola a tornare da lui per quattro mesi l'anno.
Pertanto, durante il periodo in cui la figlia stava con lei, Demetra era felice e faceva fiorire e fruttare la terra; gli altri quattro mesi erano d'inverno.

Curiosità
  • Nel territorio di Siris si trova una pietra che viene chiamata su procu de Luxìa Arrabiosa (il porco di Luxia Arrabiosa).
  • A Pompu vi sono delle pietre dette su pèi de su bòi, sa tùrra e sa cullèra, (il piede del bue, il mestolo, il cucchiaio): gli oggetti di Luxìa Arrabiosa.

foto:
si dice che certe rocce siano Luxia pietrificata...
(A. Salvai)